Sala Consiglio della Provincia di Teramo
E' la sala in cui si svolge di norma il Consiglio Provinciale e gli eventi organizzati / ospitati dalla Provincia di Teramo
Descrizione
Il 14 luglio del 1951 alle ore 16.30 si riuniva nella sede dell'Amministrazione Provinciale, il primo Consiglio Provinciale di Teramo eletto con suffragio universale.
Le elezioni erano state tenute il 10 e 11 giugno dello stesso anno.
La seduta consigliare si apre con una relazione di Vittorino Tarquini sull'attività della passata Deputazione Provinciale e con l'analisi dei problemi vecchi e nuovi del periodo.
Significativa è la conclusione:
"Con l'aiuto di Dio, l'interessamento dei parlamentari, e con la collaborazione e il lavoro di tutti, il nuovo consiglio potrà portare la Provincia a ben più alto grado di efficienza migliorando i servizi e facendo quanto era impossibile ad una Deputazione, che non veniva dal popolo, ma che era di nomina Prefettizia".
È l'affermazione della vita democratica che viene afferma l'indomani di eventi bellici disastrosi quale condizione di progresso e di pace.
Certo anche in quella circostanza ci furono divisioni e discussioni ma era profondamente sentito il collegamento, in linea storica, con le tradizioni più belle e più libere della massima istanza amministrativa della Provincia, come ebbe ad affermare il Consigliere Leone nella seduta del 21 luglio 1951.
La storia inizia nel 1684.
A motivo dei gravi problemi di ordine pubblico derivanti dal crescente fenomeno del banditismo (che specialmente nel teramano aveva assunto proporzioni devastanti) il viceré Gaspare de Haro, marchese del Carpio, si decise a chiedere l'approvazione sovrana per l'istituzione, anche a Teramo, di una regia Udienza che affiancasse le altre già esistenti in Chieti (dal 1558) e in L'Aquila (dal 1641). L'anno 1684, dunque, è in genere considerato come il momento della nascita ufficiale della Provincia di Teramo: l'Udienza teramana, che comprese tutto il territorio tra il Tronto e il Pescara e dalla costa Adriatica all'Appennino, si occupò principalmente di giustizia e ordine pubblico e fu retta in un primo momento dallo stesso Preside dell'Udienza di Chieti.
Solo dopo l'avvento dei Borboni alla regia udienza di Teramo fu assegnato un proprio Preside: con il dispaccio del 21 novembre 1744 il colonnello spagnolo Emanuele De Leon veniva nominato primo comandante e Preside della provincia teramana.
Con l'invasione francese in Italia il Regno di Napoli fu oggetto di profonde trasformazioni amministrative; la legge dell'8 agosto del 1806 divise il territorio del Regno in tredici province; il marchese Pietro de Sterlich, che dal mese di marzo era in carica come Preside della Provincia di Abruzzo Ultra Primo (Teramo), assunse così la carica di Intendente, denominazione con la quale fu individuato da quel momento il capo delle singole Province.
Con la cacciata dei Francesi e il ritorno dei Borboni (23 maggio 1815), l'efficientissimo sistema amministrativo stabilito dagli invasori non solo non fu abrogato ma neppure subì variazioni di rilievo, restando sostanzialmente immutato fino all'avvento del Regno d'Italia.
Dopo l'Unità d'Italia, nella prima fase, la Provincia di Teramo, come tutte le province del Regno era retta da un Consiglio provinciale (i cui componenti erano eletti dagli elettori del Mandamento), e da un Deputazione provinciale composta da membri eletti all'interno del Consiglio provinciale e presieduta dal Prefetto che riassumeva in sé una vasta rete di competenze e poteri.
Il Consiglio era presieduto da uno dei Consiglieri, eletto dall'assemblea stessa e che aveva il compito di guidare le sedute. La Deputazione di fatto governava, di volta in volta assumendo le decisioni che poi il Consiglio approvava o respingeva.
Dopo le riforme del 1888 e 1889 la Deputazione fu sostituita dalla Giunta Provinciale Amministrativa, presieduta dal Prefetto e composta da Consiglieri di Prefettura e Membri effettivi e supplenti, eletti tra i componenti del Consiglio provinciale. In questo contesto la Provincia si affermò come Ente autarchico territoriale, vigilato ma non governato dal Prefetto.
In epoca fascista la Provincia divenne Rettorato provinciale con a capo un Preside di nomina regia.
Con l'elezione a suffragio universale del Consiglio Provinciale inizia un periodo fecondo d'impegno che porta ad una crescita costante dell'intera realtà provinciale con attenzione ai problemi sociali, culturali, economici, legati ad una sempre maggiore attenzione alla salvaguardia dell'ambiente.
La sala consiliare oggi, in una rinnovata eleganza, torna ad accogliere i rappresentati della realtà provinciale per un lavoro continuo ed attento, in una visione di piena apertura alle esigenze di oggi e di domani.
Il consiglio potrà svolgere con rinnovato impegno il proprio ruolo di programmazione e di controllo, con analisi attenta dei problemi e delle esigenze ed attivando pienamente l'azione di raccordo con il territorio rappresentato.
Modalità di accesso
La sala è situata al primo piano del Palazzo della Provincia in via Milli, 2. L'accesso è possibile tramite ampia scalinata o ascensore. E' disponibile l'accesso per i disabili tramite montascale meccanico.